Con l’Ordinanza n. 33439 del 14.11.2022, la Corte di Cassazione ha chiarito che si può convenire in giudizio, sia il pubblico ufficiale sia il venditore, nel caso in cui l’immobile, oggetto di compravendita, risulti difforme dall’autorizzazione amministrativa. Nel caso in specie, infatti, l’acquirente aveva lamentato che l’immobile, oggetto di compravendita, era risultato difforme dall’autorizzazione amministrativa, avendo un sottotetto che non era qualificato abitabile per altezza inferiore a quella minima.
In sostanza, contrariamente a quanto avvenuto in passato e sostenuto dai giudici del merito, la Suprema Corte ha chiarito come, ormai, nel mandato conferito al notaio rogante sono da considerarsi comprese tutte quelle attività di indagine e di accertamento propedeutico all’esatto adempimento, nell’interesse delle parti e soprattutto del mandante.
In altre parole, il pubblico ufficiale rogante deve compiere una verifica di natura tecnica ed essenzialmente giuridica, non potendosi più limitare, come in passato, ad accertare la volontà delle parti e sovraintendere alla composizione dell’atto, ma dovendo compiere l’attività necessaria ad assicurare, anche, il risultato pratico perseguito dalle parti.

Avv.Salvatore Torchia

Scarica l’Ordinanza della Cassazione in formato pdf: Cass. Civ. Ordinanza n. 33439 del 2022

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