Siamo rimasti profondamente rattristati dalla notizia oggi pervenuta per la perdita dell’amico e collega Avv. Sebastiano Dato.
Affettuosamente tutti lo chiamavamo “Bastianu”. E quando dico tutti intendo riferirmi non soltanto agli avvocati suoi coetanei ma anche agli avvocati più giovani che hanno avuto l’opportunità e l’occasione di conoscerlo.
La simpatia e l’allegria, infatti, connaturate alla sua persona e che sprigionava, erano tali da coinvolgere tutti; immediatamente ci si sentiva a nostro agio nel momento in cui lo si incontrava. Era Lui stesso che invitava i giovani colleghi a dargli immediatamente del “tu” e a chiamarlo “Bastianu”.
In quel momento, anche se eravamo arrabbiati, il suo modo di fare era tale da farci dimenticare per qualche istante il motivo dell’arrabbiatura. Cercava di sdrammatizzare, infatti, ogni problema anche di carattere professionale.
Ho conosciuto l’Avv. Dato negli anni in cui ho frequentato il ginnasio presso l’Istituto “Gulli e Pennisi” di Acireale mentre lui, qualche anno più grande, frequentava il liceo.
Siamo diventati amici e spesso, in quegli anni, ci si incontrava in occasione di feste che, ancora studenti liceali, organizzavamo ogni tanto in famiglia per avere la scusa di incontrare le ragazze con le quali intendevamo “fidanzarci”.
Anche in queste occasioni, l’Avv. Dato era al centro dell’attenzione per la sua allegria.
Ci siamo poi rincontrati in Pretura. Lui, giovanissimo procuratore legale ed io praticante procuratore.
Dimostrò subito nella professione legale la sua preparazione e il rispetto del codice deontologico.
Amante della compagnia e dell’associazionismo, fu uno dei soci fondatori dell’Associazione Forense Acese e partecipò sempre attivamente a tutte le manifestazioni che, in quel periodo, si organizzavano; manifestazioni anche di carattere ricreativo e non solo legate all’attività istituzionale dell’associazione.
Inutile dire che, in occasione delle riunioni di carattere ricreativo, alle quali erano soliti partecipare anche i magistrati della Pretura di Acireale, Egli era il primo a rendere ancora più allegra la “comitiva” intrattenendo tutti con barzellette e battute varie.
La serietà con cui svolgeva l’attività professionale non lo distraeva da un comportamento leale e di amicizia che ha sempre intrattenuto con i colleghi. Non conosceva che cosa fosse la superbia.
Da alcuni anni, purtroppo, non lo si incontrava più nelle aule di Tribunale probabilmente per problemi di salute che, prematuramente, lo hanno fatto allontanare.
Oggi apprendiamo della triste notizia e siamo sicuri che dall’alto Egli non approverà la tristezza che ci pervade ma ci inviterà ad essere allegri e vicini alla moglie Marinella, ai figli Bubi e Lucia e alla collega Cetta, nonché a tutti i familiari.
Non abbiamo null’altro da dire. Lui certamente non lo condividerebbe. Solo un saluto: ciao Bastianu.

Franco Barbagallo

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